Una domanda che sicuramente tutti si fanno almeno una volta nella vita è “ma se arrivo tardi al lavoro, cosa mi succede?” Effettivamente con traffico, treni in ritardo, figli da portare a scuola e vari imprevisti quotidiani è una cosa che può capitare.
Le ragioni che possono accadere sono tante e differenti, vediamo come è meglio giustificarsi e quali possono essere le conseguenze.
Sicuramente rispettare l’orario di lavoro in entrata e in uscita è importante per il corretto svolgimento delle proprie mansioni così, venendo meno a tale obbligo, si può essere soggetti a sanzioni disciplinari, come un richiamo scritto o nei casi più gravi il licenziamento.
Fatta questa premessa però, ci sono situazioni in cui è inevitabile fare ritardo, per questo ci sono modalità che possono essere attuate.
Come prima cosa è opportuno informare l’azienda del ritardo, se possibile quantificandolo, appena si capisce che non si riuscirà ad arrivare in tempo sul luogo di lavoro. Telefonate o messaggi diretti al datore di lavoro possono metterlo in condizione di pianificare l’attività lavorativa durante la vostra assenza. Se l’imprevisto che vi trattiene non è risolvibile in poco tempo si può richiedere qualche ora di permesso per stare più tranquilli.
Solitamente, quando si tratta di un episodio isolato, non vengono applicate sanzioni, ma in caso di recidiva è utile poter dimostrare che il ritardo non si poteva evitare.
Scuse come sveglie non suonate potrebbero non mettervi in buona luce, mentre quando ci si trova in presenza di ritardi effettuati dai mezzi pubblici è buona cosa dimostrare che comunque si è partiti per tempo. Diciamo che in linea di massima le scuse per un ritardo devono essere oggettivamente dimostrabili, oltre ad aver assolto l’obbligo di una comunicazione di tale ritardo per tempo.
Se il datore decide di sanzionare il dipendente ritardatario dovrebbe far riferimento a uno dei singoli contratti collettivi di lavoro a cui si appartiene, ad esempio in alcuni contratti viene stabilito che il ritardo in entrata va recuperato in uscita, il giorno stesso o comunque entro un certo limite, altri invece prevedono una decurtazione dello stipendio.
Soprattutto quando si è in presenza di recidiva possono esserci delle sanzioni disciplinari applicate al dipendente che, se perpetra il comportamento, può essere licenziato. Il principio del licenziamento deve comunque essere proporzionale all’evento contestato.