La crisi economica e il relativo stagnamento che questa ha portato si riflettono in molteplici aspetti del mondo del lavoro, tra questi ad averne risentito è anche il lavoro indipendente che, stando alle statistiche, in Italia molti hanno sempre preferito a quello da dipendenti: circa il 20% dei laureati scelgono una carriera da professionista autonomo. Una percentuale più alta di quella degli altri paesi europei, come Germania, Francia o Regno Unito.
A seguito dell’attuale situazione economica anche questo campo sta subendo una contrazione, tenendo anche conto del fatto che le figure da lavoratore autonomo sono molto sfaccettate. Negli ultimi anni si è notato un certo calo, che ha raggiunto il suo apice proprio nel terzo trimestre del 2016: quasi il 30% di persone in meno rispetto al 2008 stanno tentando una carriera da lavoratore indipendente. Attualmente l’Istat ha stimato circa 5.386.000 lavoratori indipendenti, ben 400.000 in meno del 2008 e in pratica nemmeno un quarto del lavoratori totali. Questo di certo dipende anche dai cambiamenti più o meno recenti alle norme che riguardano questo campo e agli incentivi che invece hanno coinvolto il lavoro dipendente.
Tra gli autonomi, circa il 27% (cioè 1 milione e 400 mila) ha almeno un dipendente e secondo l’Istat la netta flessione al ribasso di questo aggregato è dovuta proprio alla crisi economica. Gli indipendenti che operano da soli sono invece 2.600.000 (quasi il 50% dei lavoratori autonomi), in genere uomini, un numero ben più significativo.
Mentre il 13,8% dei lavoratori indipendenti è monocliente, una modalità di lavoro che comporta vantaggi ma anche dei grossi rischi e che secondo l’Istat “presentano maggiori elementi di vulnerabilità e sono più esposti ai rischi derivanti dal ciclo economico”. Eppure solo quest’ultima categoria non ha avuto un’inflessione negativa nell’ultimo trimestre, anzi ha registrato un aumento di circa 116.000 unità.
A monte di questo, è evidente come il lavorare in completa autonomia sia ancora una fonte di attrazione per molti, che cercano un’indipendenza per quanto in particolare riguardo orario e sede. Trovare un buon cliente su cui fondare un lavoro è ancora possibile, anche se non promette certo stabilità. Infatti, allo stesso tempo, il calo che si è registrato sta a significare come sempre meno persone si riescano a fidare di un sistema che non sembra voler aiutare chi ha delle idee e vuole svilupparle(basta pensare alle tasse che andrà ad affrontare una persona che apre una partita IVA), mentre agevola i datori di lavoro e talvolta i dipendenti.