Il numero dei lavoratori in nero, riscontrato dalle ispezioni effettuate dal ministero del Lavoro, raggiunge e supera le 7.000 unità. L’ispezione, guidata da Giuliano Poletti, ha coinvolto 103.000 aziende; nel 61% dei casi sono state riscontrate irregolarità sostanziali. Anche i dati raccolti dall’Inps e dall’Inail non sono migliori, anzi, la prima ha riscontrato irregolarità nel 77% dei casi e la seconda nell’88%.
I dati sono sati raccolti tra gennaio e settembre e, in pratica, dopo le ispezioni, si è portato alla luce come più della metà delle aziende italiane risultano irregolari per qualche motivo. Un dato in aumento, visto che nei primi trimestri del 2015 la percentuale di irregolarità sostanziali si aggirava intorno al 60%, senza superarlo.
Anche i dati dell’Inps mostrano tra le 22.199 aziende ispezionate, ben 17.037 casi di irregolarità, con 17.037 lavoratori fuori norma di cui 7.056 in nero. E anche l’Inail che porta dati ancora più allarmanti con l’88% delle aziende ispezionate con casi di irregolarità.
Tirando le somme, solo per la questione lavoratori irregolari i dati sono: 44.330 totali, di cui 32.355 italiani (il 72,99%), mentre 7.176 comunitari (il 16,19%) e 4.799 extracomunitari (il 10,82%). Di questi 3.372 risultano totalmente in nero.
Giuliano Poletti è molto critico ma allo stesso tempo speranzoso nel valutare questi dati, promette infatti un maggior controllo, in modo che in futuro le leggi siano rispettate (in particolare riguardo salari, sicurezza e previdenza) e i furbetti sempre in cerca di una scorciatoia siano puniti.
Tra i cambiamenti significativi che si verificheranno in questo ambito, ci sarà la confluenza delle attività ispettive da Inail e Inps direttamente nell’Ispettorato del lavoro.