Per mercoledì 21 settembre, Fiom, Fim e Uilm hanno proclamato uno sciopero, incitando le Rsu e le proprie strutture ad istituire assemblee nei vari luoghi di lavoro, per ricordare che “il diritto alla vita di un lavoratore è un bene assoluto che nessuno può cancellare”. Ecco le parole dei rappresentanti delle tre federazioni dopo le morti avvenute la scorsa settimana a breve distanza l’una dall’altra, a Piacenza in un’azienda di logistica e a Taranto all’Ilva e di un lavoratore dell’Atac a Roma.
Se il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dichiara: “Ogni morte sul lavoro costituisce una ferita per l’Italia e una perdita irreparabile per l’intera società. Non è ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro”, è chiaro comunque che i lavoratori sono stanchi di norme di sicurezza ignorate che mettono a rischio la loro vita. Perché le morti bianche non sono quasi mai conseguenza di fatalità, ma sono causate dall’inadeguatezza dei sistemi di prevenzione e dal mancato rispetto delle norme da parte delle ditte e dei datori di lavoro. Questo dichiarano Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella, i segretari di Fim, Fiom e Uilm, riguardo le 500 morti bianche avvenute dall’inizio dell’anno. Un dato vergognoso, che non può che sollevare sdegno e tristezza.
Film, Fiom, Uilm confermano ancora una volta il loro impegno per garantire un lavoro sicuro e con diritti, cosa che dovrebbe passare per un contratto nazionale, per i lavoratori metalmeccanici, che affronti queste tematiche (di sicurezza e prevenzione), tentando quindi di argine questa situazione divenuta insostenibile. Inoltre, le tre federazioni dichiarano la loro contrarietà a qualsiasi intervento che peggiori le norme sulla sicurezza.