Ogni volta che c’è un cambio di legislatura, per quanto questo sembri dover rendere le cose più agevoli e migliori, per le persone coinvolte, ci sono sempre delle categorie che finiscono per rimetterci. È questo il caso dei lavori stagionali, in conseguenza all’entrata in vigore della NASpI, che avverrà il prossimo 1° maggio 2015, che si ritroveranno davanti a una grossa problematica per la loro categoria. Sembra che a causa di una dimenticanza, che finirà per riguardare migliaia di persone e relative famiglie, saranno i lavori stagionali del turismo a essere penalizzati.
In pratica, la NASpI sarà attivata per unificare e avere sotto un’unica denominazione la ASpI e la mini-ASpI, e questo è poco influente, perché in fondo non conta il nome sotto cui si trova l’indennità ma come questa funziona.
A oggi, gli stagionali che riuscivano a lavorare per almeno 6 mesi all’anno, godevano dell’indennità di disoccupazione per il resto dell’anno, prima con l’ordinaria (fino al 2012) poi con l’ASpI, in seguito alla riforma Fornero. I lavoratoti che potevano vantare almeno 13 settimane (prima della Fornero erano 58 giorni) potevano accedere alla mini-ASpI, un’indennità proporzionata alle settimane in cui si è lavorato negli ultimi 12 mesi, a partire dal licenziamento, o a partire dell’ultimo anno solare, per chi accede alla disoccupazione a requisiti ridotti.
La NASpI sarà calcolata invece basandosi sulle settimane di contribuzione, e sarà corrisposta per un numero di settimane pari alla metà di quelle in cui si sono versati i contributi negli ultimi quattro anni. Questo calcolo permetterà di migliorare la situazione dei lavoratori saltuari, che potranno sommare i contributi degli ultimi quattro anni, per raggiungere il requisito necessario per accedere alla NASpI. Però, bisogna tenere in considerazione, che non verranno calcolati i periodi di contribuzione che hanno già permesso di ricevere indennizzi di disoccupazione. In questo modo, chi lavora per almeno 6 mesi all’anno, si ritroverà ad avere un indennizzo per solo 3 mesi; la metà di quelli in cui ha versato contributi, a cui non potrà sommare quelli degli anni precedenti, già computati per altri indennizzi.
Si può quindi prevedere facilmente, che la NASpI darà il via a numerose situazioni difficili da gestire per il settore turistico, che sta ovviamente richiedendo che la questione subisca un qualche cambiamento regolarizzante, trattandosi di un settore già precario a cui non c’è proprio bisogno di aggiungere altra… precarietà.