Con l’arrivo dell’estate, l’Italia si trova immersa nella seconda grande ondata di calore dell’anno, causata dall’anticiclone nord-africano, con milioni di lavoratori costretti a fronteggiare temperature bollenti mentre svolgono le proprie mansioni. Di fronte a questa sfida, il benessere e la salute dei lavoratori sono diventati una priorità e molte voci si levano per proporre misure volte a garantire un ambiente di lavoro più sicuro e confortevole.
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha recentemente avanzato delle proposte per tutelare i lavoratori in condizioni di grande caldo. In risposta a questa iniziativa, la Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, ha dichiarato di voler potenziare gli strumenti già esistenti e di disegnare nuove strategie per far fronte a simili situazioni. Un tavolo di confronto è stato aperto per discutere e valutare possibili interventi, tra cui forniture di dispositivi di protezione individuale e supporti anticalore.
Un prospetto congiunto sta prendendo forma, grazie alle indicazioni provenienti dal Ministero della Salute, Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) e rappresentanti delle parti sociali, comprese associazioni di categoria dei datori di lavoro e sindacati. L’obiettivo è implementare misure di smart working in caso di grandi ondate di calore e temperature estremamente elevate, così da proteggere la salute dei lavoratori.
Attualmente, lo smart working è già in vigore come misura post pandemia da Covid-19, ma sta scadendo per i lavoratori del settore privato entro la fine dell’anno, mentre per i dipendenti pubblici la data di scadenza è fissata per il 30 settembre. Tuttavia, i sindacati sono molto attivi nella richiesta di misure di smart working immediate per far fronte al grande caldo. Maurizio Landini, leader della Cgil, e Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil, hanno sottolineato l’urgenza di un decreto legge che tuteli i lavoratori dalle temperature elevate e vieti lavori particolarmente esposti oltre i 33 gradi. Inoltre, Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, ha sottolineato l’importanza di un’intesa rapida tra governo e parti sociali per garantire la sicurezza dei lavoratori durante le ondate di caldo.
In caso di temperature superiori a 35 gradi, potrebbe scattare l’emergenza caldo, con lo smart working e la possibilità di accedere alla cassa integrazione, come proposto da Inps-Inail a luglio 2022. L’Inps ha precisato che l’emergenza caldo potrebbe scattare anche in caso di temperature inferiori ai 35 gradi, qualora si svolgano lavori all’aperto sotto il sole o in presenza di umidità elevata. Queste misure di smart working e cassa integrazione per il caldo mirano a tutelare i lavoratori che svolgono mansioni esposte al rischio di surriscaldamento, come gli operai dei cantieri stradali o degli altiforni. Tra gli altri lavoratori a rischio ci sono coloro che operano nella stesura del manto stradale, nel rifacimento di facciate e tetti di edifici, così come coloro che lavorano all’aperto in luoghi non protetti dal sole o che impiegano materiali o processi che non sopportano temperature elevate.
Ill benessere dei lavoratori è al centro delle nuove misure per far fronte al caldo estivo. La proposta di implementare lo smart working e la cassa integrazione durante le ondate di calore rappresenta un passo importante verso la tutela dei lavoratori e il miglioramento delle condizioni di lavoro in estate. Con il coinvolgimento delle istituzioni e delle parti sociali, ci si augura di raggiungere soluzioni tempestive ed efficaci per garantire un ambiente lavorativo più sicuro e salutare per tutti.