Un ampio intervento governativo sul Decreto lavoro, sta attirando l’attenzione da diversi mesi. Promosso dal Ministro del Lavoro Calderone, il decreto copre una serie di aspetti legati al mondo del lavoro, tra cui lo smart working, l’assegno di inclusione, le novità sui contratti a tempo determinato e gli indennizzi in caso di incidenti sul lavoro.
La bozza del testo di legge che convertirà il decreto ha subito diverse modifiche in base agli emendamenti proposti, ma entro il 3 luglio 2023 la versione definitiva dovrà essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Il testo è stato approvato dal Senato e, nella serata del 27 giugno 2023, anche la Camera ha dato la fiducia per la sua definitiva conversione in Legge.
Tra le ultime novità del Decreto Lavoro, troviamo l’estensione dell’assegno di inclusione a nuove categorie di beneficiari a partire dal 2024, i cambiamenti riguardanti il rinnovo dei contratti a termine, le novità sulle assunzioni in somministrazione, gli ex voucher e altre misure che esamineremo nel dettaglio. Lo smart working è anch’esso considerato tra i provvedimenti per il lavoro, con la possibilità di prorogarlo.
Uno dei principali punti trattati dal Decreto Lavoro è l’addio al reddito di cittadinanza a partire dal 31 dicembre 2023, sostituito dall’assegno di inclusione che favorisce l’inserimento lavorativo. La nuova misura sarà applicata secondo parametri specifici, comportando una riduzione dei soggetti beneficiari. L’ISEE richiesto per accedervi è di 9.360 euro, ma sono previsti anche requisiti reddituali e patrimoniali specifici.
Il nuovo assegno sarà destinato anche a coloro che si trovano in condizioni di svantaggio, in programmi di cura e assistenza socio-sanitaria. Secondo le ultime modifiche al Decreto Lavoro, è stato incrementato un parametro della scala di equivalenza che influisce sul calcolo dell’assegno.
Una delle ultime novità riguarda il Supporto Formazione Lavoro, disponibile a partire da settembre 2023 per gli occupabili. Inizialmente previsto solo per chi non era beneficiario dell’Assegno di Inclusione, è stato esteso anche a questa categoria.
Per quanto riguarda le offerte di lavoro, l’obbligo di accettare la prima offerta per coloro che hanno figli sotto i 14 anni è valido solo se il posto di lavoro si trova entro 80 km dalla residenza o è raggiungibile in 120 minuti con i mezzi pubblici. Inoltre, le donne vittime di violenza possono accedere al nuovo assegno se fanno parte di un nucleo familiare indipendente con ISEE autonomo. Il Decreto Lavoro introduce anche modifiche ai contratti di lavoro, in particolare per i contratti a tempo determinato, che possono essere rinnovati fino a un massimo di 12 mesi senza causali da parte delle aziende.
Tali contratti possono essere rinnovati ulteriormente fino a 24 mesi, ma solo se vi sono specifiche giustificazioni, come esigenze temporanee e straordinarie, motivi tecnici, organizzativi o produttivi, o sostituzione di altri lavoratori.
Questa misura ha suscitato critiche poiché, se da un lato supporta le imprese, dall’altro potrebbe aumentare la precarietà per i dipendenti, che potrebbero vedere numerosi rinnovi di contratti a termine prima di ottenere un contratto a tempo indeterminato.
Ci sono anche novità per il lavoro in somministrazione: vengono eliminati i limiti quantitativi per il personale assunto tramite agenzie di somministrazione del lavoro, attualmente fissati al 20% per i lavoratori in apprendistato e per le assunzioni di lavoratori in mobilità, disoccupati o svantaggiati.
Per quanto riguarda le aziende, si parla ancora di fringe benefit detassati, ovvero erogazioni aggiuntive allo stipendio che le aziende possono offrire ai propri dipendenti. Il governo destina ulteriori fondi per il 2023 per garantire fringe benefit detassati fino a 3.000 euro ai lavoratori con figli.
Uno degli aspetti centrali del Decreto Lavoro riguarda lo smart working, che viene prorogato fino al 31 dicembre 2023 per alcune categorie specifiche di lavoratori senza la necessità di accordi specifici. Queste categorie comprendono i lavoratori vulnerabili, esposti a rischi di contagio, e i lavoratori con figli di età inferiore ai 14 anni. Per entrambe le categorie, il lavoro da remoto può proseguire fino alla fine dell’anno senza accordi specifici, rispetto alla scadenza precedente del 30 giugno 2023.
Tuttavia, questa proroga non coinvolge le altre categorie di lavoratori, che possono lavorare in modalità smart working solo se esistono accordi specifici con l’azienda. Per i lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni, è prevista solo la proroga fino alla fine dell’anno per i lavoratori considerati vulnerabili.
In conclusione, il Decreto Lavoro rappresenta un importante intervento governativo che riguarda diversi aspetti del mondo del lavoro. Le ultime modifiche includono l’estensione dell’assegno di inclusione, i cambiamenti per i contratti a termine, le novità sul lavoro in somministrazione e le disposizioni sullo smart working. Queste misure hanno l’obiettivo di favorire l’inclusione lavorativa, ma sollevano anche alcune critiche e preoccupazioni riguardo alla precarietà e alla protezione dei lavoratori dipendenti. Sarà interessante osservare l’impatto del Decreto Lavoro sul sistema lavorativo italiano e come sarà recepito e attuato dalle diverse parti interessate.