Le ferie rappresentano uno dei diritti fondamentali dei lavoratori dipendenti, regolamentato ampiamente all’interno dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro (CCNL) specifici per ciascun settore. Tuttavia, è la Costituzione italiana a sancire inizialmente tale diritto nell’articolo 36, che stabilisce il diritto al riposo settimanale e alle ferie annuali retribuite, sottolineando che non è possibile rinunciarvi.
In questo articolo, ci concentreremo su una particolare eccezione a questo diritto, rappresentata dalle cosiddette “ferie solidali”. Come suggerisce il termine stesso, queste ferie sono caratterizzate da un intento solidale e di assistenza da parte di un lavoratore nei confronti di un collega che ha bisogno di un periodo di ferie più lungo di quanto previsto per lui.
Tuttavia, poiché in generale il diritto alle ferie non può essere ceduto a terzi, il meccanismo delle ferie solidali può essere attuato solo in determinate condizioni.
Tutti coloro che hanno stipulato un contratto di lavoro con un’azienda o un datore di lavoro sanno che hanno il diritto a un certo numero di giorni di riposo all’anno, durante i quali, nonostante non si lavori regolarmente come negli altri giorni, si continua a percepire una retribuzione.
Le ferie devono essere considerate un diritto inalienabile e non trasferibile del lavoratore, finalizzato al recupero delle energie fisiche e psicologiche e a consentire un maggiore spazio per le relazioni personali. Le ferie sono considerate un diritto inalienabile anche per un altro motivo, il lavoratore è la parte più debole nel rapporto di lavoro e, in considerazione di ciò, la legge prevede che i suoi diritti fondamentali non siano negoziabili. Questo perché, se così non fosse, il dipendente potrebbe essere facilmente soggetto a ricatti e indotto a rinunciare ai propri diritti per timore di perdere il lavoro o subire conseguenze negative, come una retrocessione di ruolo. Alla luce di tutto ciò, è comprensibile perché il diritto al riposo delle ferie sia inalienabile.
Secondo la legge, al dipendente spettano almeno quattro settimane di ferie all’anno. Tuttavia, questa regola può essere superata da una disciplina più favorevole all’interno del contratto collettivo o individuale di lavoro. In tali casi, il dipendente potrà beneficiare di un numero maggiore di giorni di ferie, e la quota in eccesso potrà essere monetizzata, ovvero convertita in un’indennità economica. In altre parole, la legge stabilisce che le ferie non possono essere sostituite completamente da un’indennità economica, ad eccezione della parte di ferie che supera il minimo previsto dalla legge.
Tuttavia, la quota minima di ferie prevista dalla legge può essere monetizzata solo al termine del rapporto di lavoro, nel caso in cui il dipendente non abbia utilizzato tutti i giorni di ferie a sua disposizione.
Come vedremo, con le ferie solidali è possibile cedere solo le “ferie monetizzabili”, ovvero quei giorni di ferie che vanno oltre il minimo annuale di quattro settimane che non possono essere rinunciati. Inoltre, possono essere ceduti anche i riposi previsti dai CCNL in aggiunta ai normali giorni di riposo giornalieri e settimanali.
Come accennato in precedenza, è possibile che un dipendente abbia bisogno di un numero maggiore di giorni di ferie a causa di eventi particolari nella propria vita. È qui che entra in gioco il meccanismo delle ferie solidali o cessione gratuita delle ferie, che si attiva quando un dipendente ha la possibilità di cedere i giorni di ferie o i riposi accumulati a un altro lavoratore dipendente. Questa cessione avviene per motivi solidaristici.
Grazie a uno dei decreti attuativi del Jobs Act, le ferie solidali sono diventate possibili in Italia da alcuni anni. Tuttavia, è importante sottolineare che questa speciale forma di agevolazione tra colleghi può essere attuata solo se si verificano le seguenti condizioni:
- I colleghi a cui vengono cedute le ferie devono avere lo stesso datore di lavoro del cedente.
- La motivazione della cessione deve essere il bisogno di assistere un figlio o figli minori che necessitano di cure costanti a causa di gravi problemi di salute.
- Deve esistere una specifica disciplina delle ferie solidali all’interno del contratto collettivo applicabile al rapporto di lavoro.
È quindi evidente che il meccanismo delle ferie solidali può essere attivato solo se si verificano tali condizioni, poiché le ferie solidali rappresentano comunque una deroga alla regola generale che proibisce la cessione delle proprie ferie. Il dipendente che riceve la cessione delle ferie dovrà presentare una certificazione adeguata che attesti la necessità delle cure in questione, emessa da una struttura sanitaria pubblica o convenzionata.
È importante sottolineare che il dipendente che cede le ferie gratuitamente le perderà, mentre il collega che le riceve avrà più tempo per dedicarsi alle cure del figlio, mantenendo il posto di lavoro e la retribuzione piena.
Sebbene la legge abbia previsto la possibilità di introdurre le ferie solidali, spetta ai singoli CCNL disciplinarle concretamente. In altre parole, è la contrattazione collettiva che deve prevedere specificamente le ferie solidali, stabilendo le modalità, i requisiti e le limitazioni per l’attuazione delle ferie solidali. Questo significa che i dettagli specifici sulle ferie solidali, come ad esempio la durata massima delle ferie cedute, le modalità di comunicazione e l’eventuale compensazione economica per il dipendente che cede le ferie, saranno definiti all’interno del contratto collettivo applicabile al settore o all’azienda in questione.
È importante tenere presente che non tutti i CCNL prevedono la disciplina delle ferie solidali. Pertanto, non tutte le categorie di lavoratori potrebbero avere accesso a questa possibilità di cessione delle ferie. In caso di dubbio o per ottenere informazioni specifiche sulle ferie solidali, è consigliabile consultare il contratto collettivo applicabile al proprio settore o rivolgersi al sindacato di categoria.
Le ferie solidali rappresentano quindi una forma di solidarietà tra colleghi, che consente a un dipendente di cedere gratuitamente i propri giorni di ferie a un collega che ne ha bisogno per assistere un figlio malato. È un’opportunità che può fornire un supporto importante alle famiglie che affrontano gravi situazioni di salute e dimostra come il diritto del lavoro possa adattarsi alle esigenze individuali e sociali.
E’ comunque importante ricordare che le ferie solidali sono una misura eccezionale e limitata a specifiche circostanze. La normativa sulle ferie solide si basa sul principio che le ferie rappresentano un diritto individuale dei lavoratori e che il loro utilizzo dovrebbe essere prioritario per il benessere e il riposo del lavoratore stesso.