Il Fondo di Garanzia PMI, istituito con la Legge n.662 del 23 dicembre 1996 e operativo dal 2000 con il Ministero dello Sviluppo Economico, è una misura che è stata modificata dal Decreto Cura Italia e successivamente potenziata con il Decreto Liquidità, che permette di avere garanzie statali ai finanziamenti che una PMI vuole richiedere.
Questo Fondo è uno strumento che mette a disposizione garanzie pubbliche per piccole e medie imprese, sostenendole erogando loro garanzie statali ai finanziamenti che hanno chiesto alle banche o ad intermediari finanziari, ad esclusione però delle società di leasing.
Entriamo nel dettaglio di questo Fondo di Garanzia per PMI, visto che le imprese che hanno beneficiato dell’agevolazione sono un numero considerevole. Queste hanno ottenuto finanziamenti da banche, o da altri enti finanziari, senza dover impiegare garanzie aggiuntive, come ad esempio polizze assicurative, sulle risorse coperte dal Fondo e diciamo che questo può essere un bell’aiuto se si decide di usufruire di un finanziamento.
Le figure che possono accedere al Fondo di Garanzia sono piccole e medie imprese di qualsiasi settore, con sede sul territorio nazionale e che siano economicamente sane. Non possono invece richiedere il Fondo i cosiddetti “settori sensibili”, ovvero quei settori così ritenuti dall’Unione Europea.
Il sito del Ministero dello sviluppo economico riporta nello specifico quali sono le figure ammesse: i professionisti iscritti agli ordini professionali e quelli appartenenti “alle associazioni professionali alle associazioni professionali iscritte nell’elenco tenuto dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 4 e in possesso dell’attestazione rilasciata ai sensi della medesima legge“.
Inoltre fanno parte dei soggetti che possono beneficiare del Fondo anche i consorzi e le società consortili, “costituiti tra piccole e medie imprese di cui gli articoli 17, 18, 19 e 23 della legge 5 gennaio 1991, n. 317 e le società consortili miste di cui all’articolo 27 della medesima legge“.
Invece, la misura fiscale per sostenere le imprese del Mezzogiorno e del Centro Italia e incentivare la nascita di quelle nuove, è chiamata “Resto del Sud”, agevolazione che include, tra i beneficiari, i soggetti di età compresa tra i 18 e i 55 anni e prevede contributi fino a 200.000 euro per le realtà imprenditoriali emergenti. Sono contributi economici, alcuni a fondo perduto, investiti per incoraggiare un maggior sviluppo delle imprese nel Centro e Sud Italia, in primis quelle giovanili.
Per maggiori informazioni su questa misura è necessario consultare il portale di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A., dove si possono trovare
tutte le informazioni dettagliate e aggiornate su bandi, modulistica, consulenza e assistenza.
“Resto al Sud” coinvolge tutte le attività produttive non solo del commercio ma anche di altri settori quali artigianato, industria, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca, fornitura di servizi alle persone e alle imprese, turismo e attività libero professionali. Per restare aggiornati sulle novità e sugli sviluppi dei progetti è inoltre possibile scaricare l’App di Resto al Sud, sia per Android che per IOS.