Con l’arrivo dell’estate e dei primi intensi caldi, già migliaia di turisti si sono riversati sulla riviera romagnola, e immancabili sono arrivate le prime lamentele, non certo per il clima fortunato e o per la buona affluenza ma per mancanza di lavoratoti stagionali, tanto negli stabilimenti, quanto nei locali da sempre simbolo del divertimento di queste zone.
Per quanto non si possa avere una stima precisa “Per ora possiamo parlare di 1000 posti vacanti nella riviera di Rimini e nel complesso di qualche centinaio nella provincia di Forlì–Cesena e Ravenna”, stando alle parole di Simone Battistoni, responsabile regionale del sindacato bagnini. Un numero davvero importante, se si pensa che stiamo parlando della riviera che per antonomasia è la più attiva d’Italia (e tra le più famose del mondo), e di conseguenza un simbolo del lavoro stagionale.
Secondo diversi bagnini e proprietari di locali, riferisce il presidente della Silb (sindacato dei locali da ballo), Gianni Indino, uno dei problemi è stato l’abrogazione di voucher (in seguito al ddl del 17 marzo), che permettevano di assumere in maniera agile.
Lo stesso problema si riscontra nelle strutture alberghiere, in cui c’è carenza di addetti alle pulizie delle camere, aiuto cuochi e camerieri ai piani; anche qui si parla di circa 1000 posti vacanti, sempre con stime approssimative. Qui oltre che ai voucher la colpa viene data alla carenza di persone che si sono presentate ai colloqui di lavoro per il posto, e alla scarsa competenza di quelli che si sono proposti.
Secondo la Cgil di Rimini, invece, la colpa risiede in un sistema che per anni ha spremuto e sfruttato i lavoratori stagionali (con contratti inadeguati, lavoro in nero o sottopagato), e ora vuole dare la colpa all’assenza di voucher o alla pigrizia e incapacità dei giovani. Troppo spesso infatti si sentono storie di lavoratori stagionali, che operano per 10 ore (o più) al giorno, senza giorno libero. Anche in questo caso quindi, molti ragazzi hanno iniziato a rivolgersi all’estero, dove il lavoro stagionale è più tutelato e remunerativo, senza contare il vantaggio di poter apprendere una nuova lingua.