Nel giugno scorso, Matteo Renzi si faceva bello stringendo la mano di Tim Cook (ceo della Apple), assicurando di aver stretto un accordo che avrebbe portato all’apertura di un centro per sviluppatori della multinazionale a Napoli. Un piano che rientrava nelle opere per rilanciare il Sud e aiutare i giovani senza lavoro, a trovarne uno valido e al passo con i tempi. Ma la realtà è ben diversa…
Si era parlato di come l’accordo raggiunto tra Apple e governo italiano avrebbe portato all’apertura di un nuovo centro di sviluppo della multinazionale hi-tech a Napoli; un’impresa che avrebbe creato ben 600 nuovi posti di lavoro. Un vero toccasana in un’economia che ancora stenta alla ripresa e offre poco ai giovani, soprattutto in quel sud Italia dove la situazione appare sempre un po’ più grave.
Ora però, stando a un comunicato della Apple, si chiarisce che comunicato “il polo di Napoli è pensato a tutti gli effetti come un centro studi, in grado di fornire agli studenti competenze pratiche e formazione sullo sviluppo di app iOS per l’ecosistema di APP più innovativo e vivace al mondo”, al fine di “sostenere gli insegnanti e fornire un indirizzo specialistico preparando migliaia di futuri sviluppatori a far parte della fiorente comunità di sviluppatori Apple”. Insomma, si parla di un progetto di formazione non proprio di posti di lavoro. Di conseguenza, la certezza dell’assunzione… è tutt’altro che una certezza.
Le parti un po’ oscure, inoltre, non finiscono qui, perché sarà proprio la Regione Campania a finanziare le borse di studio per le persone selezionate. Quindi non sarà tanto la multinazionale a investire, quanto la Regione, che pare dovrà mettere di tasca proprio circa 7 milioni di euro, solo per questa parte progetto. Una situazione ben diversa a quella presentata nel giugno scorso.
Pare quindi di essere davanti alle solite promesse italiane che, soprattutto in ambito del lavoro e in quello dell’innovazione tecnologica, si sprecano, per rivelare poi realtà ben più complesse. L’apertura di questo centro Apple sarà comunque una possibilità, ma ben diversa nei termini (e nei costi) rispetto a quanto dichiarato mesi fa.