I Neet (ovvero “Not -engaged- in Education, Employment or Training”) sono una dura realtà in Sicilia, dove secondo una statistica sono circa 350.000 i giovani tra i 15 e i 29 che non cercano lavoro né sono impegnati a formarsi o istruirsi per il futuro. Eppure c’è comunque un segnale positivo, riscontrato nel fatto che il tasso di occupazione giovanile è cresciuto del 7,1% nel 2015, con 315.000 giovani occupati rispetto ai 295.000 dell’anno precedente. Questa crescita rende la Sicilia la regione con una crescita maggiore in tal senso, seconda solo alla Basilicata. Lo studio è stato condotto dall’Osservatorio Mpi di Confartigianato Sicilia, tramite i dati ISTAT.
Filippo Ribisi, presidente Confartigianto Sicilia, dichiara che questa lieve ripresa è un buon segno, ma spaventa comunque il numero di Neet, che con le sue “352.000 unità equivale al numero degli abitanti di Enna, Caltanissetta e Siracusa messi insieme”. Ribisi ci tiene anche a chiarire che “il leggero aumento occupazionale non è legato al Jobs Act, per il semplice fatto che era già in vigore la legge 407/90 che prevedeva lo sgravio contributivo del 100%, per una durata di tre anni sia per le aziende artigiane sia per tutte quelle operanti nel Mezzogiorno. E neanche Garanzia giovani può dirsi essere stato un volano per l’occupazione, in quanto se su 172.991 giovani registrati solo in 20mila, si presume, hanno trovato occupazione a tempo determinato, quanto di questi coroneranno il sogno delle definitiva assunzione?”
Bisogna anche tenere conto, che a fronte delle 20.000 nuove assunzioni, sono state 200.476 le richieste dei i giovani siciliani (tra i 15 e i 34 anni) alla ricerca di occupazione.
Andrea Di Vincenzo, segretario regionale di Confartigianato Sicilia, rincara la dose affermando che “nel 2015 in Sicilia gli indicatori del mercato del lavoro mostrano per i giovani tra i 15-24 anni un tasso di occupazione che si attesta al 10,8%, questo è inferiore di 4,8 punti a quello medio nazionale, attestato al 15,6%, e con un tasso di disoccupazione del 55,9%, superiore di 15,6 punti alla media nazionale del 40,3%”.
Quindi, per quanto ci sia un inizio di trend positivo, la strada per creare una realtà lavorativa per i giovani in Sicilia è ancora difficile e non si può considerare l’attuale situazione come una vittoria.