Il coordinamento sindacale UIL della Puglia ha stilato un documento allo scopo di far riconoscere il lavoro dei docenti dell’infanzia come usurante, aspettandosi una conseguente mobilitazione degli insegnati interessati, in questi giorni in cui il Governo sta discutendo di nuovo di pensioni. Attualmente e di recente questo lavoro è stato riconosciuto come pesante, cosa che permette ai docenti di andare in pensione in anticipo di 3 anni e 7 mesi. Passando a lavoro usurante il pensionamento dei docenti avrebbe un’altra agevolazione.
La richiesta è stata promossa dal Segretario generale UIL Scuola della Regione Puglia, Gianni Verga. Il Segretario afferma che il Governo deve capire come questo lavoro, troppo sottovalutato e molto importante, richiede moltissimo impegno, psicologico e fisico, e sono davvero troppi gli insegnanti ultrasessantenni che sopportano con difficoltà e sempre più a fatica le condizioni per gestire classi spesso sovraffollate a discapito della propria salute… o peggio a quella dei bambini. Secondo Verga, i recenti e tristi eventi legati ai soprusi di alcune maestre sui bambini (in genere di età compresa tra i 3 e i 6 anni) sono un sintomo anche di questa situazione di stress, che lo Stato stesso dovrebbe alleggerire in qualche modo.
La recente riforma sulle pensioni riconosce agli insegnanti dell’infanzia di svolgere un lavoro pesante, cosa che comporta la possibilità di andare in pensione in anticipo (di 3 anni e 7 mesi, come sopra detto) ma con una retribuzione penalizzata. Per quanto questo sia stato ritenuto un passo in avanti, il riconoscimento a lavoro usurante (come quello di operai o infermieri) permetterebbe di andare in pensione a 60 anni e senza essere penalizzati sulla retribuzione pensionistica. In questo modo, persone ormai anziane potrebbe cedere il posto a giovani più energici (e ammettiamolo, spesso, meglio formati) per svolgere questa delicata professione. Siamo abituati a pensare al mestiere di docente dell’infanzia come leggero ma in realtà richiede molto impegno e pazienza, perché tra nuove generazioni sempre più scalmanate e genitori spesso più problematici dei figli, gli insegnanti dovrebbero rimanere solidi e capaci di svolgere al meglio il proprio lavoro formativo, per garantire un futuro migliore a quei bambini di cui si prendono cura.