Di certo a causa del modo in cui è stata romanzata questa figura nella letteratura prima e attraverso film e telefilm poi, quella dell’investigatore privato è ancora oggi una professione che non manca di affascinare e incuriosire. Anche in Italia, sono circa 3.000 i professionisti dediti a questo lavoro, la maggior parte dei quali operanti nella grandi città, come Milano, Roma o Napoli. Il vecchio ordinamento che ha permesso a molti di poter esercitare la professione di investigatore privato risale al 1931, ma da un paio d’anni c’è stata una riforma che ha cambiato le cose.
Inutile dire che con il precedente ordinamento era molto più semplice diventare investigatore privato (bastava un fedina penale pulita, non essere analfabeta e aver lavorato in un’agenzia investigativa o aver maturato esperienza nelle forze dell’ordine), mentre oggi chiunque voglia poter esercitare questa professione dovrà avere una buona formazione, ottenendo una laurea, seguendo un praticantato di tre anni e frequentando corsi d’aggiornamento. Il D.M. 269/10 che ha stabilito la necessità di questo percorso formativo, specifica anche le differenze tra investigatore privato titolare di istituto, investigatore autorizzato dipendente, informatore commerciale titolare di istituto e informatore autorizzato dipendente, questo è servito in particolare a riconoscere la figura investigatore privato dipendente, che fino ad oggi non aveva autonomia e riconoscimento giuridico di sorta.
Per diventare investigatore privato dipendente, si tratta di ottenere il diploma di scuola media superiore, poi di svolgere almeno tre anni di praticantato (in maniera costante e continuativa), collaborando con un investigatore privato titolare di istituto, che sia stata autorizzato in ambito civile da almeno cinque anni. Infine, l’aspirante dovrà partecipare a corsi di perfezionamento teorico e pratico organizzati da università o da centri di formazione professionale riconosciuti e accreditati presso il Ministero dell’Interno (Dipartimento Pubblica Sicurezza), che rientrino nell’ambito delle investigazioni private a indirizzo civile, o in alternativa aver svolto attività di indagine nei reparti investigativi delle Forze di Polizia per almeno cinque anni e aver lasciato le forze dell”ordine (senza demerito) da almeno quattro anni.
Per quanto riguarda il titolo di investigatore privato titolare di istituto, il candidato dovrà essere in possesso di uno specifico titolo di laurea triennale (Scienze dell’Investigazione, Giurisprudenza, Psicologia a indirizzo Forense, Sociologia, Economia, Scienze Politiche o corsi di laurea equivalenti). Anche in questo caso occorreranno tre anni di pratica presso un investigatore privato titolare di istituto da almeno cinque anni, oltre all’obbligo di partecipare ai corsi di formazione e perfezionamento in materia investigativa, sempre indetti dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza. In alternativa resta valido il percorso per ex-membri delle forze dell’ordine, che abbiano lasciato il servizio da almeno quattro anni.
Per aprire una propria agenzia investigativa, in Italia, si dovrà ottenere la licenza di Pubblica Sicurezza, richiedendola alla Prefettura del territorio in cui si vuole stabilire la sede. In questo modo si potrà dimostrare di avere tutte le carte in regola per l’iscrizione alla Camera di Commercio.
Gli investigatori privati non hanno un proprio albo professionale a cui iscriversi e di cui far parte, ma sono una categoria che ha l’obbligo di curare la propria formazione (valida anche attraverso enti esterni) stando a quanto stabilito nella legge n.4 del 14 gennaio 2013.