La tecnologia è di giorno in giorno sempre più parte integrante della nostra vita, che sia per questioni lavorative o per motivi personali. In particolare, i social network sono ormai parte della quotidianità di tutti noi, data la facilità con cui ci può accedere, e per questo si tende a sottovalutarne l’influenza e ignorare come l’utilizzo di questi ultimi a volte può avere ripercussioni sul lavoro. Sempre più spesso si sente dire di problemi lavorativi (a volte sfocianti in licenziamento) causato da un uso malaccorto ti un social network, da parte di un dipendente. In questo articolo consiglieremo alcune accortezze da tenere riguardo questa questione.
In primo luogo, e può sembrare quasi futile sottolinearlo, ma non lo è, bisogna ricordare che durante l’orario di lavoro non si devono utilizzare i social network (né internet a scopo di svago, ovviamente). In genere un simile comportamento porta come conseguenza a dei richiami o avvisi, in caso fosse scoperto dal datore di lavoro, cosa che appunto potrebbe essere piuttosto facile, visto che in genere i social network registrano data e immissione dei post e le pagine personali possono spesso essere visibili anche da terzi, non direttamente amici. In casi più gravi potrebbe anche causare il licenziamento del dipendente, se il comportamento è reiterato o se la visita a pagine d’interesse slegate dal lavoro possono portare a far contrarre un virus all’apparecchio della ditta, o se in questo modo si divulgano dati sensibili del datore di lavoro. Passiamo così al punto due…
Bisogna ricordare che spesso e volentieri un punto fondamentale è la privacy. Senza rifletterci potremmo taggare nostri colleghi e amici in post che possono riguardare il contesto lavorativo, rendendo così pubblici dei dati o fatti che non dovrebbero esserlo, che riguardino direttamente il lavoro o la persona in oggetto. Taggare è ormai una cosa che si fa senza troppi pensieri, ma prima di farlo, bisognerebbe chiedersi se la persona messa così in “risalto” ne sarebbe felice. In genere è preso solo per un gioco, ma una cosa che non va mai dimenticata è che si è responsabili civilmente e penalmente per le informazioni che divulghiamo in internet. Molti desiderano tenere separata vita privata da quella lavorativa, quindi prima di pubblicare qualcosa o taggare qualcuno, riflettete se nel farlo non state violando la sua privacy.
Un altro punto da tenere bene in mente è: non esprimere commenti negativi sul proprio datore di lavoro, sulla ditta e sui colleghi. Per quanto riguarda i colleghi, una volta scoperto quanto avete scritto potrebbero ritenere violata la propria privacy (vedi punto precedente) e decidere di perseguire vie legali… o nella migliore delle ipotesi renderete l’ambiente lavorativo un luogo decisamente più teso. Nel caso della ditta o del datore di lavoro, i commenti negativi, porteranno facilmente a licenziamento o nei casi più gravi a una denuncia per diffamazione. i licenziamento sarà supportato da una giusta causa, visto che pubblicando i vostri commenti avrete pubblicamente (con prove che rimangono ben impresse in rete) violato il rapporto di fiducia tra azienda e dipendente.
Seguire queste semplici accortezze, vi permetterà di evitare problemi sul luogo di lavoro, perché troppo spesso si sottovaluta l’impatto della tecnologia in questo ambito. La facilità e leggerezza con cui si usano i social network, sempre più spesso portano dipendenti distratti o poco accorti a commettere un passo falso, che si sarebbe potuto facilmente scongiurare, evitando di pubblicare notizie riguardanti la propria vita lavorativa. In tal senso, e come somma di tutti i precedenti consigli: tenete la vostra vita lavorativa distante dai social network, evitando di pubblicare notizie che potrebbero compromettere il vostro rapporto di lavoro con il datore o i colleghi. Non è la rete il luogo per sfogarsi o lasciarsi andare a commenti riguardo la propria professione.