Tenendo presente il fascino che il gioco del calcio esercita nella nostra nazione è facile intuire come lavorare in questo campo sia d’interesse per molti. Tra le numerose professioni che ruotano attorno a questo (e altri sport) c’è quella del Procuratore Sportivo: la persona che tratta i contratti proposti dalle società sportive per conto dell’atleta. Si tratta quindi, non solo di avere una certa capacità diplomatica ma anche di avere un’ottima conoscenza dei regolamenti della FIFA e della FIGC e delle norme presenti nel Codice di giustizia sportiva. Se di certo non è facile riuscire a farsi spazio in questo campo, bisogna anche ammettere che le occasioni possono esserci. Ma come si diventa Procuratore Sportivo?
Fino all’Aprile del 2015 il percorso per essere abilitato a questa professione era molto lineare: 2 volte all’anno nei mesi di marzo e settembre veniva tenuto un concorso, pubblicato dall’AssoAgenti (Associazione Agenti di Commercio), in pratica un test a risposta multipla, superato il quale si era iscritti all’albo. In seguito si pagava una quota di 250 euro annuali per rinnovare l’iscrizione. Di certo si doveva essere molto preparati su norme e regolamenti, a dispetto della semplicità del percorso da seguire. Ma dal 1 Aprile 2015 la FIFA ha portato diversi cambiamenti.
In primo luogo, oggi non si dovrebbe più parlare di Procuratore Sportivo, quanto di Intermediario, titolo con cui è stata sostituita la precedente figura lavorativa. Quindi a ben vedere, stiamo parlando di “Diventare Intermediario”, ma abbiamo lasciato la vecchia dicitura ancora oggi più riconosciuta ed utilizzata (seppur erroneamente).
La professione è stata liberalizzata, in quanto per chiunque sarà possibile iscriversi al Registro presso la FIGC, senza vincoli di titolo di studio o età, ma presentando una dichiarazione in cui si afferma di: godere dei diritti civili, non avere condanne penali, non essere stato dichiarato interdetto, non trovarsi in una condizione di contrasto con il regolamento della FIGC. L’iscrizione ha durata annuale, ma si potrà ripetere anche in seguito senza condizione di continuità, presentando richiesta e un Contratto di Rappresentanza, ovvero un contratto della durata non superiore ai due anni, stipulato tra una società ed un atleta.
Ci sono poi altri cambiamenti, come la possibilità di rappresentare sia l’atleta che la società interessata, oltre alla limitazione al 3% di provvigione massima. Ma queste non riguardano il diventare Procuratore, quanto lo svolgimento della professione. A livello pratico, quindi, ora è ancora più semplice diventare un Intermediario (o Procuratore Sportivo), certo poi starà a voi riuscire a farvi valere nel libero mercato, tra contatti e conoscenze dei regolamenti (che se anche non più valutate, sono fondamentali per svolgere questa professione).
Se v’interessa tenervi aggiornati su questa professione e sulle altre novità introdotte di recente, basta seguire il sito della FIGC, oppure andare direttamente a leggere il Regolamento per i servizi di Procuratore Sportivo.