In un mondo sempre più multietnico e teso alla globalizzazione conoscere lingue straniere è ancora una valida base per trovare lavoro, in questo caso si parla di interpreti e traduttori due figure per alcuni aspetti simili ma che presentano importanti sfumature che le differenziano.
Entrambe le professioni necessitano di particolari conoscenze, tanto di cultura generale quanto di specifiche nozioni riguardanti una settore particolare, come medicina, economia, scienze sociali, ingegneria o altro ancora.
Seppur di base si tratta di operare nel settore linguistico, in cui è richiesta la padronanza completa della lingua di partenza e di quella d’arrivo e una cerca capacità d’analisi, la differenza principale sta nel mezzo con cui si esprime il significato della lingua di partenza: l’interprete userà la via orale mentre il traduttore quella scritta. Inoltre, dove il traduttore potrà gestire il tempo, ragionando su quale sia la migliore interpretazione da dare a un testo scritto per renderlo fruibile e allo stesso tempo fedele all’originale, l’interprete opererà in tempo reale, comunicando in prima persona, con l’obiettivo di riprodurre frasi e idee correttamente e con il tono originale.
La formazione per queste due figure professionali può essere molto simile e non passa attraverso percorsi di studio prefissati. Di certo lauree in lingue straniere sono da preferirsi, così come possono essere utili specializzazioni in materie giuridiche, tecniche, scientifiche o economiche, in base all’interesse personale e al settore in cui si vorrebbe lavorare in futuro. Ancora oggi, in Italia c’è una certa carenza di persone competenti in lingue orientali (arabo, cinese, giapponese, russo ecc), quindi diventare competenti in una di queste (o più) è di certo una carta vincente nel mondo del lavoro. È quasi inutile affermare che qualsiasi opportunità di affinare le proprie conoscenze all’estero devono essere colte, perché rimane il modo migliore per padroneggiare una lingua.
Vivendo in un mondo in cui la tecnologia è sempre più presente, anche in campo linguistico, questo aspetto è importante e certe competenze informatiche sono spesse necessarie, così ottenere la patente europea per l’uso del computer (ECDL) sarà un passo quasi obbligatorio.
In seguito, continuare gli studi sarà una scelta consigliabile, nel qual caso sono da prediligere corsi di laurea magistrale come:
– Lingue straniere per la comunicazione internazionale
– Traduzione e Interpretariato
– Culture moderne comparate
– Lingue e civiltà dell’Asia e dell’Africa
Una laurea specialistica è quella in Interpretazione di conferenza, organizzata anche come master post-laurea dall’Unione Europea. Chi consegue questa qualifica potrà ottenere borse di studio o avvantaggiarsi di specifici corsi di formazione presso varie università europee.
L’Italia è ancora indietro nel riconoscere da un punto di vista giuridico e legale le professioni dell’interprete e del traduttore (l’unica dell’UE a non averlo ancora fatto), tanto che non esiste un albo a cui iscriversi. Anche se nel 7 Maggio 2008 è stato depositato un apposito progetto di legge per istituire l’Ordine professionale dei Traduttori e degli Interpreti. Nel 2013 poi c’è stato un importante punto a favore di queste categorie con la legge riguardo le Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini collegi, che ha stabilito come le professioni non regolamentate e le associazioni a cui queste professioni si riferiscono possano autoregolamentarsi, in modo da fornire marchi di qualità professionale agli addetti ai lavori, utili anche a chi ha intenzione di assumerli.
L’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) si sta occupando di regolare e descrivere le attività delle figure professionali che operano nel settore di traduzione e interpretazione. Inoltre, l’Italia ha delle associazioni per queste categorie, che per tutelarne professione e professionalità hanno steso un codice deontologico. Di questo tratta a fondo l’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti (AITI).
Traduttori e interpreti possono lavorare come liberi professionisti, oppure come dipendenti, sia privati sia pubblici, nel qual caso si dovranno superare gli appositi concorsi. La maggior parte di questi esperti linguisti trova lavoro per istituzioni internazionali, prima tra tutte la Commissione Europea.
Le specializzazioni e i campi che coinvolgono queste figure professionali sono davvero tanti e variegati (basta pensare che una forma di interpretazione è quella legata al linguaggio dei segni), quindi chi fosse interessato alle lingue straniere, può ben costruirci sopra una carriera con la giusta costanza negli studi e intraprendenza, anche in questi periodi di crisi.