In Italia, si sa, tutti vogliono scrivere e diventare scrittori, sogno che poi non tutti possono realizzare. Gli amanti della letteratura hanno però diversi ambiti in cui operare, primo tra tutti l’editoria che lascia diversi spazi a chi vuole tentare una carriera in questo campo. Una carriera non certo semplice ma stimolante, che un appassionato potrebbe intraprendere in maniera indipendente per realizzare il proprio sogno di presentare libri che si reputano interessanti, al punto da volerli condividere con il pubblico.
Per imbarcarsi nell’impresa di diventare un editore indipendente, ci sono diversi aspetti da prendere in considerazione, non ultimo quello economico, perché si tratta di affrontare un certo investimento iniziale. Ma ci sono dei percorsi migliori per affrontare questa carriera? Corsi di formazione? Competenze particolari da possedere? Di certo ci sono scelte che si dovrebbero preferire. In questo articolo cercheremo di darvi dei buoni consigli, in tal senso.
Il primo aspetto da tenere in considerazione è che un editore indipendente deve essere un appassionato di letteratura, preferibilmente con un genere specifico che conosce molto bene e che vorrebbe ampliare e portare all’attenzione del pubblico. La scelta del genere da pubblicare è infatti fondamentale per un editore indipendente. Specializzarsi è di certo il modo migliore per una piccola casa editrice, per trovare il proprio posto nel mercato.
Proporre una selezione valida e interessante, da far conoscere agli amanti del genere, è il primo passo, per questo è meglio affidarsi a un qualche studio di settore che possa indicare all’aspirante editore quali sono le caratteristiche per operare con un certo genere (che siano libri per bambini, guide, saggi o narrativa). In base a questo si potranno stabilire i limiti di tiratura dei libri da pubblicare e le modalità di stampa, tenendo ben presente che oggi il mercato digitale è in rapida e costante espansione.
Un’idea per condividere i rischi e per affrontare meglio l’inizio di quest’avventura è coinvolgere uno o più persone, da far diventare veri e propri soci. Che si affronti l’apertura di una casa editrice da soli o con altre persone, ci saranno diverse faccende burocratiche di cui occuparsi. L’idea migliore è quella di affidarsi a un commercialista, che potrà suggerirvi la soluzione societaria migliore per il vostro progetto. Tra questi compiti, rientreranno anche l’apertura di una partita Iva e la registrazione della vostra impresa, presso l’Agenzia delle Entrate e la Camera di Commercio della vostra zona, con il relativo pagamento della quota richiesta.
Una casa editrice, per quanto piccola, avrà bisogno di uno staff, tra cui dovranno certo comparire certe figure, quali: un direttore di marketing, in grado di prendersi cura degli aspetti formali del prodotto e della comunicazione, un correttore di bozze e un curatore editoriale. Un importante valore aggiunto potrebbe farlo la figura di un grafico, che potrebbe contribuire all’aspetto estetico (sempre importante) delle vostre pubblicazioni.
Infine, c’è da tenere in considerazione, che le piccole case editrici non stampano in proprio i libri che pubblicano, ma si appoggiano a tipografie esterne, quindi sarà necessario valutarne e informarsi in tal senso.
È quindi evidente, che già prima di iniziare a lavorare sulla pubblicazione, i compiti di un editore indipendente saranno molti e variegati, ma niente che una persona determinata e appassionata non possa affrontare con successo.