Per quanto si possa sperare nel contrario, con ogni probabilità è capitato e capiterà a chiunque un colloquio andato male. Inoltre, la probabilità che questo capiti alle prime esperienze è ancora più alta. In caso siano arrivate anche a voi le parole di rito “le faremo sapere” o un più diretto (e raro) “mi/ci dispiace”, sapete come ci si sente quando un colloquio è andato male. L’importante dopo un rifiuto di questo tipo è non abbattersi, perché, appunto, è una cosa normale che può capitare a chiunque. Ci sono quattro punti da seguire, in seguito a un colloquio finito male: rattristarsi, andare avanti senza arrendersi, tornare subito in campo ed essere realista.
Per il primo punto è facile adeguarsi: rattristarsi è una cosa che viene automatica e spontanea in seguito a un rifiuto, in qualunque modo questo arrivi. Fa sentire male e ci si può fare poco, non negare questo fatto è il primo passo per accettarlo e magari per sfogarsi. Però la tristezza passa e quindi è molto importante sapere andare avanti a testa bassa, fare tesoro dell’esperienza per potersi migliorare in future occasioni (che di certo ci saranno) e comprendere che sono molti gli aspetti da prendere in considerazione durante un colloquio e un rifiuto non è per forza colpa della persona che lo ha sostenuto ma ci sono tanti fattori in gioco. Insomma, non farsene una colpa e andare avanti. Definito che un “no” non è mai definito, nel senso che ci saranno di certo future possibilità, si deve subito tornare in campo a cercarle, in modo da non perdere tempo e continuare a fare esperienza. Infine, l’ultimo punto da seguire è essere realista, tenere in considerazione che ci potrebbero essere altri rifiuti all’orizzonte e l’unico modo per arrivare a trasformare quei “no” in “sì” è darsi da fare e impegnarsi per ottenere i risultati sperati: fermarsi non è mai la soluzione giusta. In alcuni casi è solo questione di tentare e ritentare fino a incontrare la volta giusta con il pizzico di fortuna necessario a far avverare le vostre aspettative.