Sono serviti tre anni di trattative a Italia e Svizzera per trovare un punto d’incontro sull’accordo fiscale, che dovrebbe facilitare l’adesione alla voluntary disclosure per i contribuenti italiani con capitali in Svizzera, fino a Settembre del 2015. Sarà anche l’ultima occasione di evitare sanzioni penali e mettersi in regola con il fisco.
Stando a quanto affermato da Vieri Ceriani (consigliere economico del ministro all’Economia Padoan) la firma dell’accordo tra i ministri delle Finanze dei due paesi, che dovrebbe avvenire a Febbraio, sarà un momento storico, in grado di fornire mezzi alla caccia all’evasione fiscale, che fino a qualche anno fa sarebbero stati impossibili da ottenere.
Un importante cambiamento consisterà nel fatto che si potrà ottenere uno scambio d’informazioni finanziarie previa richiesta dell’Agenzia delle Entrate, anche riguardanti un singolo contribuente, oltre a modificare trattato bilaterale esistente contro la doppia imposizione. La Svizzera dovrà adeguarsi a questo scambio d’informazioni a cui prima poteva opporsi, grazie anche a un negoziato che sta tenendo con l’Unione Europea, proprio riguardo questo argomento.
Quindi, quando l’accordo sarà firmato, il fisco italiano potrà richiedere alla Svizzera di visionare i conti dei contribuenti italiani. È importante tenere in considerazione che questa modifica non sarà retroattiva, quindi il Fisco non potrà svolgere accertamenti antecedenti il 2015, ma sarà in grado di svolgere verifiche diversi mesi in anticipo rispetto la ratifica degli accordi, che avverrà non prima del 2017. Per quanto riguarda l’Italia, finalmente si potrà avere una regolarizzazione dei capitali di quei contribuenti che hanno spostato i loro capitali in Svizzera, per essere invisibili al nostro Fisco, che, stando a quanto affermato dal Palazzo delle finanze, costituirebbero la parte più cospicua degli italiani con asset non dichiarati all’estero. Per queste persone ci sarà la possibilità di regolarsi senza incorrere in penalizzazioni; potranno legalizzare il proprio capitale come fanno i contribuenti che hanno capitali all’estero, in paesi non in “black list” (come ora è la Svizzera).
Ceriani afferma che: “la voluntary disclosure è completamente diversa dal vecchio scudo fiscale e non è un condono”, infatti, per chi regolarizza capitali provenienti da paesi in black list, la sanzione prevista è raddoppiata. Grazie all’accordo tra Roma e Berna, però, chi aderirà alla regolamentazione si vedrà uno sconto su sanzioni e tempi per l’accertamento.
La Svizzera entrerà quindi finalmente in white list, in seguito alla firma dei ministri, entro il prossimo 2 Marzo, come previsto dalla voluntary disclosure, anche se ufficialmente lo sarà solo in seguito alla ratifica del trattato sulla doppia imposizione da parte dei parlamenti dei due Paesi.