Per quanto ne discutano politici e affini, tentando di sminuire la questione, in Italia la crisi è ancora ben presente e dilagante, tanto che sempre più persone decidono di emigrare. Per questo può interessare dare un’occhiata a uno dei mercati più floridi in Europa, cioè quello tedesco. Secondo le previsioni, infatti, ci sono ancora buone possibilità di assunzione nel primo trimestre del 2015. Alcuni studi, presi in oggetto, rivelano che c’è uno stacco positivo (del 5%) tra le aziende che tenteranno di implementare il personale e quelle che probabilmente dovranno fare tagli. Il 5% è stata la cifra costante del 2014, tranne che nel secondo trimestre che salì al 7%.
Si può anche notare che più un’azienda è grande (nel senso di aver più dipendenti), più sarà nelle sue intenzioni svilupparsi e assumere per aumentare il proprio organico. Solo il 3% delle aziende con meno di 10 dipendenti desidera aumentare il personale, percentuale che sale al 7% per quelle con un numero di dipendenti tra 10 e 49. La cifra sale ulteriormente (al 10%) quando si parla di aziende tra i 50 e i 250 dipendenti o con un personale anche maggiore.
Se ci si vuole orientare in un particolare territorio, le prospettive sembrano più floride a ovest, sud e nord, piuttosto che nella Germania Orientale, dove le stime d’assunzione sono più negative. Ad esempio, ci sono diverse aziende a Berlino, Francoforte e Monaco che sono intenzionate ad assumere nuovo personale, al contrario di quelle della Ruhr.
Per quanto riguarda i settori lavorativi, le migliori previsioni di assunzione si trovano in campo finanziario e in quello immobiliare (con l’ottimistica cifra dell’11%), nonostante si tratti (come per le altre) di prospettive destagionalizzate.
In sunto, per chi ha voglia di lasciare l’Italia e cerca un florido territorio economico in cui assestarsi, la Germania sembra ancora un ottimo paese per espatriare e trovare lavoro. Secondo queste previsioni, riguardanti il primo trimestre 2015, il mercato tedesco non spicca in particolar modo a livello globale, ma per quanto riguarda l’Europa, si rivela ancora una scelta azzeccata e più solida di molte altre.