Tutti sappiamo che l’insegnante di sostegno è quella figura a cui sono affidati alunni portatori di handicap, con problemi specifici nell’apprendimento o studenti con bisogni educativi speciali In primo luogo, oggi, ci si deve inserire in graduatorie (che risultano molto lunghe), all’interno delle quali si ritrovano gli ormai (tristemente) famosi precari. Cioè quegli insegnanti, che seppur ricevano ogni anno supplenze e cattedre, non hanno la possibilità di veder diventare il loro lavoro, una realtà stabile. Se il fenomeno non è di certo recente, è altrettanto di sicuro peggiorato a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile e al blocco dei pensionamenti. Ad oggi, però, è ancora possibile inserirsi in queste graduatorie. Come si può accedere a questa carica lavorativa?
In primo luogo è necessario conseguire una laurea, in genere a indirizzo umanistico (come Lettere o Filosofia) ma meglio ancora una appartenente al ramo delle scienze dell’educazione. Chi vorrà lavorare in questo campo dovrà possedere un’abilitazione specifica e come titolo una laurea di tipo magistrale, cioè una laurea breve di tre anni, seguita da un biennio di specializzazione.
Conseguita la laurea specialistica, si deve poi frequentare un corso per diventare insegnante di sostegno. Questi corsi sono emessi emanati dal Ministero della Pubblica Istruzione, a cui potranno accedere solo persone in possesso di specifici requisiti.
Anche chi volesse prendere direttamente l’abilitazione al sostegno, dovrà aspettare l’apposita emanazione di bandi ufficiali, come il recente bando per il TFA (Tirocinio Formativo Attivo) dedicato. I corsi prevedono il conseguimento di un minimo di 60 crediti formativi e di 300 ore di tirocinio, da dividere tra scuola materna e primaria, sia di primo sia di secondo grado. Una volta completato il corso ci si potrà infine iscrivere all’interno delle apposite graduatorie.
Al seguito di questo iter di studi, s’inizierà (dopo aver scorso la graduatoria) con brevi supplenze e incarichi annuali, prima di diventare un insegnante di sostegno a tempo pieno e indeterminato. Se a questo aggiungiamo che spesso le legislazioni cambiano di anno in anno, creando non poca instabilità e confusione, si può capire come, diventare un insegnante di sostegno, non sia certo un percorso facile, destinato in buona parte a persone motivate.